giovedì 24 gennaio 2019

Pensioni, Quota 100: Varata la settimana scorsa la misura

Pensioni, Quota 100: Varata la settimana scorsa la misura previdenziale, parliamo degli aspetti principali. Dopo una lunga e travagliata gestazione è stato varato il Decreto Legge con cui sarà attuata la riforma previdenziale. Qui di seguito cercheremo di capire come funziona, quali sono i requisiti per accedervi e quante finestre sono previste, con un occhio di riguardo alla proroga di un anno dell’Opzione Donna e dei requisiti per l’anticipo pensionistico sociale (Ape). La platea attesa, tenendo conto dell’effetto del disincentivo del divieto di cumulo tra pensione e reddito da lavoro sopra i 5.000€ e fino a un massimo di 5 anni, dovrebbe essere di 315mila persone nel 2019, di cui circa 160mila del settore pubblico. Come è noto, Quota 100 introduce una nuova opportunità di pensionamento anticipato con 62 anni di età e 38 anni di contributi, riformando in tal modo il sistema sino ad ora adottato. Il testo, per chi volesse consultarlo, è contenuto nel Titolo II del Decreto approvato dal CdM il 17-1-2019 (facilmente reperibile online). All'articolo 14, la norma dispone in dettaglio (nei 9 commi di cui è composto) che: Per il triennio 2019-2021, fase sperimentale triennale, gli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria e alle forme esclusive e sostitutive della medesima - gestite dall’Inps - nonché dalla gestione separata possono andare in pensione con un’età pari o superiore a 62 anni e con 38 anni di contribuzione. Ai fini del conseguimento dei 38 anni di contributi, gli iscritti a due o più gestioni previdenziali (che non siano già titolari di un trattamento previdenziale a carico di una delle gestioni) possono richiedere il cumulo dei contributi. La pensione Quota 100 non è cumulabile con il reddito da lavoro. Quindi dal momento in cui vi è il collocamento in quiescenza e fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia, non si può riprendere a lavorare. Il divieto non vale per le prestazioni occasionali, rispettando però il limite complessivo dei 5.000€ lordi annui (divieto di cumulo). Chi ha maturato i requisiti per Quota 100 entro il 31 dicembre 2018 può andare in pensione dal 1° aprile 2019. Chi matura i requisiti per Quota 100 dal 1° gennaio 2019, invece, consegue il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico dopo 3 mesi. Stando al sesto comma, vengono specificate le regole differenti previste per i dipendenti pubblici che ricorrono a Quota 100. Vista la specificità del rapporto d’impiego nella Pubblica Amministrazione, infatti, viene stabilito che coloro che maturano i requisiti entro il 31-12-2018 conseguono il diritto alla pensione a partire da luglio 2019. I dipendenti pubblici che ne maturano i requisiti dal 1° aprile, invece, devono attendere 6 mesi. La domanda di pensionamento va presentata all’amministrazione di appartenenza con almeno 6 mesi di anticipo. Il Decreto solleva dalla risoluzione obbligatoria del rapporto di lavoro le PA nei confronti di quei dipendenti che hanno maturato i requisiti per Quota 100. A decidere se accedere o no a questa misura può essere esclusivamente lo stesso dipendente, senza alcuna costrizione da parte dell’ente di appartenenza. Attenzione: il Decreto specifica che non possono ricorrere a Quota 100 coloro che già hanno intrapreso un programma di esodo volontario, come ad es. l’isopensione. Norme particolari per i Pubblici Dipendenti Come si è già detto, le nuove disposizioni si applicano ai dipendenti pubblici con le seguenti precisazioni di dettaglio: -I dipendenti pubblici che maturano entro il 31 dicembre 2018 i requisiti previsti dall’art 14 comma 1 del decreto, conseguono il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico dal 1° luglio 2019; -I dipendenti pubblici che maturano dal 1° gennaio 2019 i requisiti previsti dal comma 1, conseguono il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico trascorsi sei mesi dalla data di maturazione dei requisiti stessi; -La domanda di collocamento a riposo deve essere presentata all'amministrazione di appartenenza con un preavviso di sei mesi; - Limitatamente al diritto alla pensione quota 100, non trova applicazione l’articolo 2, comma 5, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125. 7. - Per la scuola sono state richiamate altre norme e sono state fatte salve anche le norme che prevedono requisiti più favorevoli in materia di accesso al pensionamento. Il comma 9 del Decreto prevede inoltre, alcuni particolari casi di esclusione dall’alveo di applicazione delle nuove disposizioni. TFS/TFR: per i dipendenti pubblici il pagamento è posticipato Dalla cessazione del servizio all’arrivo della liquidazione dovranno attendere il raggiungimento della pensione di vecchiaia, ossia i 67 anni di età, più un altro anno in base a quanto stabilito dal decreto ‘Salva Italia’ sui tempi di liquidazione del TFR/TFS , i dipendenti pubblici che beneficiano di Quota 100 (oppure la pensione anticipata). L’indennità di fine servizio, ossia la vecchia liquidazione, è disciplinata dall'articolo 23 del Decreto, in cui viene statuito che viene “corrisposta al momento in cui il soggetto avrebbe maturato il diritto alla corresponsione stessa” secondo quanto stabilito dall’articolo 24 del decreto legge 201 del 6 dicembre 2011. Confermata la possibilità per le singole amministrazioni di stipulare delle apposite convenzioni con le banche al fine di erogare prima del tempo l’indennità di fine servizio, con tassi d’interesse agevolati per i dipendenti. Secondo le premesse, tutte da confermare, in tali casi , con l’anticipo del TFR/TFS il dipendente dovrebbe ricevere subito circa 30.000€ su quanto gli spetta Come si fa per accedere prima a Quota 100 con i fondi bilaterali: l'assegno è subordinato a un accordo sindacale di secondo livello Secondo l'art. 22, sono previsti dei fondi di solidarietà bilaterali, grazie ai quali viene data la possibilità di erogare un assegno straordinario per il sostegno al reddito destinati a chi decide di andare in pensione con massimo tre anni di anticipo rispetto al raggiungimento di Quota 100. Secondo tale possibilità, si potrà smettere di lavorare a 59 anni con 35 di contributi, ma solo in presenza di accordi collettivi di secondo livello sottoscritti di concerto con i sindacati, nei quali viene stabilito il numero di lavoratori da assumere in sostituzione a coloro che accedono a questa misura. Nello specifico, “l’assegno di accompagnamento potrà essere erogato - si legge su IlSole24ore - in aziende rientranti in un comparto dotato di fondo bilaterale solo qualora venga sottoscritto un accordo sindacale di secondo livello, aziendale o alternativamente territoriale, a firma delle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale che espliciti il piano di assunzioni collegato”. Infatti il comma 3 dell'articolo 22 estende alla generalità dei fondi la possibilità di versare la contribuzione riferita a periodi riscattabili (privi di contributi) o ricongiungibili (in altra gestione assicurativa) collocati in periodi temporali precedenti all’accesso ai fondi di solidarietà. In questo modo i datori, sostenendone il corrispettivo onere economico che sarà però deducibile dal reddito di impresa, potranno riscattare direttamente periodi di laurea o ricongiungere contributi sparsi in più gestioni sia per consentire ai dipendenti di accedere all’assegno straordinario erogato dal fondo di solidarietà, sia per maturare direttamente il diritto pensionistico analogamente a quanto previsto per il fondo del credito con il decreto ministeriale 98998/17. Ulteriori versamenti contributivi saranno effettuabili anche dal Fondo di solidarietà dei lavoratori somministrati a copertura di periodi ‘scoperti’ dei lavoratori secondo modalità determinate successivamente da un apposito decreto del Lavoro. Il decreto di riforma armonizza la disciplina dell’assegno straordinario erogabile dei Fondi e della isopensione Fornero a nuovo regime delle finestre trimestrali attive per le pensioni anticipate: assegni straordinari e isopensione garantiranno ai lavoratori esodati i contributi fino al raggiungimento dei requisiti contributivi ma anche l’assegno mensile fino alla materiale decorrenza della pensione definitiva anche durante il periodo di ‘finestra’. Riscatto dei periodi senza contributi per gli iscritti Inps dal 1996 Un’altra novità introdotta dal Governo gialloverde è la nuova opportunità di riscatto per i periodi non coperti da contribuzione, né da obbligo contributivo. Per poterlo richiedere, i lavoratori non dovranno avere alcun versamento contributivo anteriore al 1996, né fruire di una propria pensione. Il periodo riscattabile dovrà essere collocato a partire dal 1996 in una forbice temporale compresa fra il primo versamento contributivo e l’ultimo accreditato in una gestione Inps per le ‘coperture contributive’ e comunque nella misura massima di 5 anni anche se collocati in modo discontinuo. Il costo sarà determinato secondo la regola generale dei riscatti dei periodi di competenza del metodo di calcolo contributivo (il 33% dell’imponibile previdenziale dell’ultimo anno coperto da contribuzione obbligatoria prima della richiesta), ma vi è una disposizione ad hoc in riferimento al vantaggio fiscale di questa nuova forma di riscatto. L’onere non sarà detraibile secondo le regole dell’articolo 10 del Dpr 916/86 nell’anno d’imposta in cui viene sostenuto ma costituirà un onere detraibile che, nella misura del 50% della spesa sostenuta dal lavoratore, abbatterà la sua imposta lorda nell'anno di pagamento e nei quattro successivi generando più risparmio. L’onere potrà essere sostenuto in unica soluzione o rateizzati per un massimo di 5 anni con rate mensili - 60 nel quinquennio - di valore non inferiore a €30 ciascuna senza interessi. Riscatto laurea agevolato Si tratta di uno sconto per ogni anno del corso di studi ma attenzione, perché il riscatto è valido solo per il requisito anagrafico (cioè il diritto alla pensione) e non per il calcolo dell'assegno finale. Il vantaggio è che si può effettuare il riscatto della laurea pagando una cifra scontata. Ma per chi riscatta resta il problema legato al fatto che i periodi riscattati non contribuiscono al calcolo della pensione. Inoltre, la possibilità viene data solo a chi ha massimo 45 anni , escludendo in tal modo incomprensibilmente, se non per le ovvie ragioni economiche sottese, una gran fetta di persone . A coloro che hanno diritto verrà chiesto di pagare con le medesime regole che valgono per gli inoccupati. Si parametra l’aliquota previdenziale al minimo imponibile previsto dalla gestione INPS ivi indicata e che , a conti fatti, dovrebbe approssimarsi intorno ai 5241 euro per anno . Insomma, il risparmio con il riscatto dipende anche dallo stipendio annuo , resta il problema che gli anni riscattati sono conteggiati solo per raggiungere il requisito contributivo ma non vengono valorizzati per far crescere l’importo dell’assegno. Prima di aderire a questa opzione è necessario fare bene i conti, non dimenticando che, trattandosi di riscatto agevolato, dal momento che non si possono avere più di 45 anni, lo stesso non può essere utilizzato per la quota 100 , perché per la stessa sono richiesti almeno 62 anni di età. A tutto ciò bisogna aggiungere , infine, la limitazione relativa al fatto che si possono riscattare solo i periodi dal 31.12.1995 , cioè quelli soggetti al calcolo contributivo , per tutti gli altri valgono le vecchie previsioni (legge 184/1997, articolo 2. Come cambia l’importo della pensione con Quota 100, ecco la tabella delle proiezioni Secondo i dati riportati, l’ipotesi intermedia di penalizzazione massima per chi lascia il lavoro a un’età intermedia tra quella di vecchiaia e i 62 anni si attesta al 16%, mentre penalizzazione minima è limitata al 12%. Fonte articolo e tabella: Money.it e IlSole24Ore

mercoledì 27 settembre 2017

Rinnovo contrattuale


Rinnovo Contrattuale





Finalmente avviata la trattativa per il rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro del Comparto Sanità. 
Un Contratto che dopo 8 anni di blocco porterà solo un piccolissimo insufficiente e indegno aumento economico a beneficio dei lavoratori. Si parla di 85 euro lordi medi mensili (meno di 80 per gli Infermieri e tutti i professionisti sanitari). 
Sul fronte delle nuove regole che verranno introdotte in materia di orario di lavoro il rischio è quello di scontrarsi con la volontà di attuare politiche che privilegino l'effettuazione del lavoro straordinario anziché le assunzioni di nuovo personale. Ma contro questo il NURSING UP non esiterà a dare battaglia.
Positiva appare invece l'intenzione di dare luogo ad una revisione dell'iquadramento e delle attribuzioni dell'OSS affinché questo si appropri definitivamente delle funzioni dello specifico profilo liberando così gli infermieri dall'erogazione di mansioni improprie. Così come positiva e come fortemente voluta dal NURSING UP appare l'intenzione di introdurre contrattualmente le figure del professionista specializzato e del professionista esperto.
Non in ultimo di fondamentale importanza sarà la discussione per la revisione del sistema di stipendio accessorio che ad oggi prevede indennità inadeguate sia dal punto di vista economico sia da quello della rigidità contrattuale che le determina.
Non vi è alcun dubbio sul fatto che dal blocco della contrattazione economica e normativa di questi anni gli infermieri risultino quelli maggiormente danneggiati e di questo bisogna necessariamente tenerne conto. Ora però gli infermieri siedono finalmente al tavolo delle trattative e senza fare sconti possono con autorevolezza rivendicare il giusto trattamento che da sempre meritano.

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giovedì 18 agosto 2016

IL TRIONFO DEL NURSING UP

ACCERTAMENTO DELLA RAPPRESENTATIVITA’ 2016-2018 :

Roma, 18 Agosto 2016
Gli infermieri italiani continuano a sceglierci come il loro sindacato di riferimento.
Tutti sanno  che il Governo, dando esecuzione alla Legge Brunetta e riducendo i comparti a 4 ha, di fatto, reso quasi impossibile per un sindacato non confederale il raggiungimento della rappresentatività  a livello nazionale. 
Grazie a tutto ciò restano oggi , in Italia, solo 4 comparti di contrattazione nel pubblico impiego nei quali resistono , escludendo solamente  la triplice confederale , soltanto 11 sindacati rappresentativi.
Il Nursing Up e’, a pieno titolo, tra questi!
In un Paese sempre più ostile al libero esercizio dell'attività sindacale il Nursing Up continua a crescere ed a strutturarsi .
Tra le rilevazioni ARAN  precedenti e le ultime disponibili il  numero dei nostri associati è  infatti incrementato del 25%.
Ferma tale evidenza,è  con grande orgoglio e gratitudine verso tutti i nostri associati , che diamo atto di un ulteriore ed importante  traguardo del nostro sindacato :  sommando i dati Aran ,  che come è noto  non tengono conto dei dipendenti della Sanità pubblica del Trentino Alto Adige,  al numero dei nostri iscritti operanti nelle  provincie di Trento e Bolzano , il Nursing Up si conferma  il primo Sindacato degli infermieri in Italia ,  con un numero di iscritti nel solo comparto della sanità pubblica , e quindi senza tener conto dei colleghi della sanità privata , della sanità accreditata, dei pensionati e dei libero professionisti, che si attesta su valori di gran lunga , e da lungo tempo ormai,  superiori alle 21.000 unità.
Nessun altro sindacato di infermieri è stato capace di fare tanto !

Lunga Vita al Nursing Up !!!

Nursing Up
Il Sindacato degli Infermieri Italiani

giovedì 26 maggio 2016

Toscana, maxi concorso per Infermieri, arrivate 12 mila domande

La preselezione si svolgerà il 21 giugno nei palasport di Firenze, Siena e Livorno




Si aspetta il riempimento di 2 palazzetti dello sport, quelli di Firenze, Siena e Livorno, la preselezione si svolgerà il 21 giugno. Si stima alla fine di arrivare a 14-15 mila iscritti. La macchina organizzativa è già da tempo in moto, e bisognerà trovare personale per fare da controllori alla prova, e le ASL invieranno all'incirca 250 persone per svolgere questo incarico, e l'ESTAR ne metterà 200 le spese saranno coperte dai soldi versati dai concorsisti per l'iscrizione ( 10 euro a testa) .
Le domande saranno 80.

La prove scritta può consistere nella soluzione a risposta breve o multipla riguardanti sulla professione specifica dell'infermiere , riguardo le seguenti materie:

- Legislazione e organizzazione della professione infermieristica;
- Infermieristica clinica generale e specialistica.

Prova pratica: a risposta sintetica o multipla per verificare le conoscenze tecniche e delle prestazioni infermieristiche ed assistenziali e alla risoluzione di casi assistenziali.

Prova orale: Sulle materie sia della prova scritta che della prova pratica. Comprenderà anche elementi di informatica e lingua straniera a scelta tra inglese e francese.

giovedì 21 aprile 2016

Aperta Mobilità Interna Ospedale Meyer Firenze



Aperta Mobilità Interna Ospedale Meyer Firenze




Come l'anno scorso è stata aperta la mobilità interna al Meyer. Con un comunicato la Direzione Infermieristica ha pubblicato il bando per far domanda a chi fosse interessato a cambiare reparto per esigenze personali, ecc....... "Come già per l'anno precedente questo da la possibilità di esprimere delle preferenze di assegnazione al personale a cui attingere quando si creano le condizioni . cordiali saluti
Patrizia Modini" cit.






martedì 5 gennaio 2016

Polizia all'ospedale San Paolo. Gli infermieri della Rianimazione chiamano il 113

La telefonata giunta al centralino della polizia è partita dall'ospedale San Paolo, a Fuorigrotta. Ad alzare la cornetta per richiedere l'intervento delle forze dell'ordine sono stati proprio gli infermieri del reparto di Rianimazione per denunciare lo stato in cui lavorano e tutelarsi in caso non riuscissero a garantire l'assistenza minima che ogni presidio dovrebbe fornire ai pazienti.

La telefonata è partita esattamente questa sera alle 21 quando erano di turno tre infermieri per assistere 8 degenti intubati, come è stato relazionato e illustrato agli agenti del Commissariato di Bagnoli intervenuti a seguito della chiamata. «Ci troviamo in una situazione di gravissime e croniche carenze infermieristiche che è culminata con il turno di stanotte in quanto per garantire l'assistenza ci dovrebbe essere un infermiere ogni due pazienti, specie in un reparto com malati critici come la Rianimazione - denuncia Massimo Rotondo in rappresentanza dell'alleanza sindacale Nursing Up, Cisl, Uil e Usb - oltre questo c'è la totale assenza degli operatori socio sanitari e non è la prima volta che un turno si compone solo di 3 infermieri, come accaduto anche ieri e 5 giorni fa».

I sindacati puntano il dito su «Una condizione che ovviamente si è aggravata con l'deguamento alle norme europee ed il tetto di ore che impedisce di mandare avanti le attività dell'ospedale con turni di straordinario - dicono i rappresentanti delle sigle unite in rete - Direzione sanitaria e direzione generale on ci danno risposte e a questo punto denunciamo la situazione alla polizia a cui abbiamo relazionato l'anomalia delle nostre condizioni di lavoro per cui non siamo messi in grado di garantire l'assistenza dovuta».
Fonte: Il Mattino - Napoli